TRASFORMAT
Tre concorrenti, venti tentativi, un volto famoso camuffato da indovinare.
Lo scopo del gioco era quello di indovinare l’identità di alcune famose celebrità, le cui facce erano state deformate e camuffate in modo da renderle irriconoscibili.
Al quiz prendevano parte inizialmente tre concorrenti, i quali avevano a disposizione venti “vite”, ossia venti tentativi di risposta, che dovevano essere formulate entro dieci secondi; in caso di risposta errata si perdeva una vita. Il gioco si divideva in tre manches.
Manches di gioco
– Sfida Iniziale: La sfida vera e propria era composta da due manche “iniziali”, in cui i concorrenti dovevano identificare tre personaggi modificati secondo un determinato tema; solo in questa fase, se un concorrente forniva la risposta esatta guadagnava una vita. La seconda manche dava il primato di rispondere sempre al concorrente che indovinava la “faccia di gomma”. Questa manche prevedeva un altro tema, in cui bisognava sempre identificare tre personaggi, ed al termine della manche, il concorrente col minor numero di vite veniva eliminato. I temi della manche non erano mai uguali.
– Faccia a faccia: Nella seconda manche, denominata “Faccia a faccia”, i due concorrenti rimasti in gioco si giocavano l’accesso alla manche finale attraverso l’identificazione di celebrità deformate: il concorrente che per primo ne indovinava 3 ne usciva vincitore.
– Faccia da cubo: Nella terza ed ultima manche, denominata “Faccia da cubo”, il concorrente superstite iniziava scegliendo quale tra due premi in palio ricevere in caso di vittoria. Quindi, sfruttando le vite rimaste, doveva svelare l’identità di tutti e sei i personaggi raffigurati sulle facce di un cubo calato dall’alto dello studio. In questa manche, per ogni identità, poteva usufruire di tre aiuti: il miglioramento dell’immagine, l’ascolto della voce del personaggio e l’indizio fornito dal conduttore. Ogni volta che il concorrente richiedeva un aiuto, veniva sottratta una vita. Ogni volta che dava una risposta sbagliata o faceva scadere i 10 secondi di tempo perdeva una vita. Se chiedeva un aiuto e poi dava la risposta sbagliata, o faceva scadere il tempo, perdeva solo la vita per l’aiuto.